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Aprile 1, 20250

Azioni di sostenibilità aziendale: energia rinnovabile in Pontarolo Engineering

 

“Quanto può ridurre l’impatto ambientale un’azienda manifatturiera grazie all’energia rinnovabile?”

In Pontarolo Engineering abbiamo voluto dare una risposta concreta a questa domanda, misurabile in cifre e risultati tangibili. Nel 2023 abbiamo raggiunto un traguardo significativo: il 65% dell’energia consumata nel nostro stabilimento produttivo di EPS (polistirene espanso) per l’edilizia proviene da fonti rinnovabili. Un risultato addirittura superiore (68%) è stato ottenuto nello stabilimento di Sintesyplast, azienda del gruppo, specializzata nella produzione di prodotti plastici riciclati sempre per il settore edile.

La scelta di investire in energia pulita non è solo una questione di riduzione dei costi o di adempimento a normative sempre più stringenti. È una visione strategica che unisce innovazione industriale e responsabilità ambientale, perché i nostri prodotti – dall’EPS alla plastica riciclata – sono progettati per contribuire attivamente alla riduzione delle emissioni durante tutto il loro ciclo di vita, basti pensare ai pannelli isolanti da cappotto che abbattono le emissioni dovute al riscaldamento e al raffrescamento delle case.



La nostra sfida green: obiettivi e visione

Abbiamo interpretato la sostenibilità come un processo di miglioramento continuo, dove ogni progresso tecnologico e organizzativo deve tradursi in benefici misurabili per l’ambiente.

La nostra filosofia si basa su tre pilastri fondamentali:

  • Efficienza energetica, ottimizzare i consumi senza compromettere la produttività
  • Autoproduzione, aumentare progressivamente la quota di energia generata in loco
  • Circolarità, garantire che i nostri prodotti contribuiscano a ridurre l’impatto ambientale dei nostri clienti



“Per noi la sostenibilità non è un optional, ma un requisito essenziale del nostro modo di fare impresa” – [Valerio, Legale Rappresentante]. “Ogni decisione viene valutata anche in base al suo impatto ambientale, solo integrando questi criteri nelle nostre scelte quotidiane possiamo davvero fare la differenza”.




Economia circolare: il nostro impegno nel riciclo dell’EPS

Come azienda iscritta al registro dei recuperatori di rifiuti, in Pontarolo Engineering diamo una seconda vita all’EPS, trasformando il polistirolo di rifiuto in una preziosa risorsa.

Il nostro processo di riciclo permette di:

  • Recuperare e rigenerare l’EPS post-consumo
  • Ridurre significativamente lo spreco di materiale
  • Reimmettere nel ciclo produttivo materie prime seconde di alta qualità


“Riciclare l’EPS non è solo un dovere ambientale, ma un’opportunità industriale” spiega Marco Selva, responsabile HSE (Health, Safety, Environment). “Ogni tonnellata di EPS che recuperiamo significa meno materiale in discarica e meno necessità di produrre nuova plastica vergine”.



Le soluzioni adottate: un approccio integrato

Il nostro percorso verso l’autosufficienza energetica si basa su una combinazione di tecnologie e strategie complementari:

Impianto fotovoltaico
Il cuore del nostro sistema è rappresentato dall’impianto fotovoltaico da 200 kW già operativo, che ci permette di coprire una parte significativa del nostro fabbisogno energetico. Entro il 2025 è previsto un ampliamento di ulteriori 130 kW, che ci avvicinerà ulteriormente all’obiettivo di autonomia energetica.

Certificati Garanzia d’Origine

Per la quota di energia che ancora acquistiamo dalla rete, abbiamo scelto di utilizzare anche energia certificata da Garanzia d’Origine (GO), che ci permette di tracciare con certezza la provenienza da fonti rinnovabili.



“Molte aziende dichiarano di usare energia verde, ma senza certificazioni è difficile verificare queste affermazioni” precisa [Luca Pontarolo, Procuratore aziendale]. “Noi abbiamo voluto essere trasparenti al 100%, perché la credibilità è tutto”.




Guardando al futuro: i prossimi obiettivi

Il 2023 è stato solo un passo nel nostro cammino verso maggior sostenibilità. Ecco cosa ci aspetta nei prossimi anni:

  1. Completamento dell’ampliamento fotovoltaico (130 kW aggiuntivi)
  2. Nuovi investimenti in R&D per prodotti in materiale riciclato ancora più ecocompatibili
  3. Aumento della capacità di riciclo dell’EPS post-consumo


“La transizione energetica non è una meta, ma un percorso continuo” conclude Luca Pontarolo. “I risultati ottenuti ci incoraggiano, ma sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare. La nostra ambizione è diventare un modello di riferimento per la manifattura sostenibile in Italia”.



Questo è solo l’inizio di un viaggio che ci vedrà sempre più protagonisti nella transizione verde del nostro settore. Perché crediamo che la sostenibilità vera sia fatta di scelte quotidiane, investimenti coraggiosi e, soprattutto, risultati misurabili.



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Giugno 21, 20240

SHP (Spyro Hail Protection) è il nostro ciclo antigrandine per il ripristino del sistema a cappotto e la protezione dagli urti fino a 60 Joule di resistenza all’impatto su EPS TR 100.

 


Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da condizioni metereologiche avverse, con sempre più frequenti fenomeni improvvisi di maltempo e grandinate che hanno causato importanti danni a coltivazioni, strade e abitazioni.

Prevedere tali tempeste di grandine non è semplice, nè tantomeno immaginare quanto intense e violente possano essere, arrivando a danneggiare persino le facciate degli edifici e quindi anche i rivestimenti dei sistemi a cappotto, rovinando l’estetica delle strutture e provocando fessurazioni che compromettono l’integrità del sistema stesso.

Nuove realizzazioni e interventi di ripristino di superfici termicamente isolate con un sistema ETICS devono tenere in considerazione la durabilità e la resistenza agli eventi atmosferici, oltre a diverse criticità come i carichi in facciata e la corretta distribuzione delle tensioni.



La nostra soluzione è SHP (Spyro Hail Protection), il ciclo antigrandine studiato per la realizzazione e il ripristino di un sistema a cappotto, basato sull’utilizzo del nostro rasante Spyrobond Paste abbinato al rivestimento Spyrofinish AX Soft, combinazione che garantisce un valore di resistenza all’urto fino a 20 volte superiore rispetto ai cicli standard, diventando una tra le soluzioni più performanti offerte dal mercato.



I prodotti del ciclo antigrandine SHP.


Spyrobond Paste


Spyrobond Paste è un collante/rasante in pasta fibrorinforzato, privo di cemento, pronto all’uso, tinteggiabile con sistema tintometrico, idoneo per la realizzazione e ripristino di sistemi ETICS.

E’ composto da inerti selezionati, leganti sintetici a base acqua e additivi speciali formulati per garantire l’adesione su supporti che potrebbero subire movimenti (OSB, XLAM, fibrocemento, legno truciolare).


Spyroprimer

Spyroprimer è un fondo idrodiluibile ad alta penetrazione, idoneo per il consolidamento e l’ancoraggio di finiture minerali interne ed esterne su tutte le superfici.

È un fissativo coprente specifico per il sistema a cappotto SpyroSystem, ideale come fondo per rivestimenti a spessore, pitture e decorativi minerali o sintetici. La sua formulazione, adottando polimeri aventi particelle finissime, garantisce una miglior penetrazione nel substrato.

In presenza di elevata umidità non raggiunge la copertura, viene utilizzato per creare l’ancoraggio ottimale di strati di finitura su fondi disomogenei quali rappezzi, stuccature, uniformandone l’assorbimento dello strato di finitura successivamente applicato.

Spyroprimer può essere tinteggiato ottenendo un’ottima copertura nei cicli di finitura aventi tinte intense.


Spyrofinish AX Soft

Spyrofinish AX Soft è un rivestimento di finitura fibrata per esterni con un’innovativa formulazione che congloba le performance dei rivestimenti acril-silossanici a quelle derivate dalla struttura microcellulare.

L’alta resistenza alle intemperie, l’elevata idrorepellenza e l’alta permeabilità al vapore acqueo, lo rendono adatto a facciate intonacate e sistemi a cappotto, con conseguente pulizia delle facciate più longeve mentre l’ottimo potere riempitivo e mascherante lo rende perfetto anche per il ripristino dei sistemi a cappotto.

Il buon potere tixotropico di Spyrofinish AX Soft assicura minor spreco e maggior pulizia nei luoghi di lavoro; inoltre, con il suo utilizzo, si ha una riduzione del peso in facciata fino al 25% in meno rispetto ad un rivestimento di analoga granulometria, con conseguente riduzione della movimentazione e quindi della difficoltà d’applicazione. Altri importanti vantaggi sono l’ottimo potere d’assorbimento agli urti grazie all’innovativa formulazione e l’eccellente copertura ad ampio spettro di alghe e muffe.

Disponibile con granulometria 1,2 mm (Spyrofinish AX Soft 1.2) e granulometria 1,5 mm (Spyrofinish AX Soft 1.5).



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Aprile 19, 20242

Quando si tratta di costruire una piscina, la scelta dei materiali e delle tecniche costruttive fa la differenza sia in termini di durata e manutenzione, sia per quanto riguarda l’estetica e la personalizzazione.

Devi realizzare una piscina interrata e non sai quale metodo utilizzare?

L’uso dei casseri in EPS Climablock è uno dei sistemi più innovativi nel campo della costruzione di piscine in calcestruzzo: si tratta di una tecnologia che permette una grande versatilità geometrica e velocità di posa.



Esplora assieme a noi le diverse possibilità geometriche che si possono realizzare.


Muri lineari

La forma più comune di piscina è quella rettangolare. Utilizzando i casseri in EPS Climablock, costruire muri lineari diventa un processo estremamente efficiente e preciso. I blocchi, leggeri e maneggevoli, si incastrano perfettamente gli uni con gli altri, garantendo una struttura solida e uniforme. La linearità dei muri costruiti con Climablock è impeccabile, permettendo di realizzare piscine con superfici lisce e perfettamente in appiombo.



Angoli a 90°

Se desideri una piscina squadrata, scegli i casseri Climablock angolari con cui potrai realizzare angoli a 90° con estrema facilità ed ottenere forme geometriche precise come quadrati o rettangoli. Essendo i casseri prodotti ad angolo retto già in fabbrica, garantiscono che gli angoli siano esatti, conferendo alla piscina un aspetto pulito e ordinato.



Angoli Fuori Squadra

Con Climablock puoi costruire facilmente angoli fuori squadra direttamente in cantiere, permettendo una libertà di design quasi illimitata. Questa flessibilità è particolarmente utile per i progetti personalizzati o per piscine che devono adattarsi a spazi irregolari. Gli angoli fuori squadra possono essere utilizzati per aggiungere un elemento visivo unico o per integrare la piscina in modo armonioso con il resto del paesaggio.


Pareti curve

Una delle caratteristiche più distintive dei casseri in EPS Climablock è la capacità di creare pareti curve, permettendo di realizzare piscine di forme organiche, come ovali, o forme libere che fluiscono naturalmente con l’ambiente circostante. Le pareti curve, esteticamente piacevoli, sono facili da installare, in quanto prodotte su misura in fabbrica.



Profondità variabili

Un altro vantaggio significativo offerto dai casseri in EPS Climablock è la capacità di creare zone con diverse profondità all’interno della stessa piscina, ideali per soddisfare le esigenze di tutti gli utenti, dai bambini agli adulti che desiderano nuotare e tuffarsi. La facilità con cui i casseri Climablock possono essere adattati in cantiere per formare gradini o pendenze dolci permette di realizzare queste transizioni in modo fluido e sicuro, migliorando l’accessibilità e la fruibilità della piscina a tutti gli ospiti.



L’uso dei casseri in EPS Climablock per la costruzione di piscine interrate in calcestruzzo offre una gamma incredibile di possibilità geometriche, da forme semplici e lineari a configurazioni più complesse. Questa tecnologia semplifica il processo costruttivo e apre le porte ad una creatività senza precedenti nella realizzazione delle piscine: design, innovazione e personalizzazione!

Scarica il nostro depliant di Climablock Piscine per conoscere tutti i dettagli tecnici. 



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Novembre 17, 20230

L’ingiallimento naturale del polistirolo è causato dalla prolungata esposizione ai raggi UV.

La tecnologia Climablock fa parte dei sistemi costruttivi ICF per le murature isolate ed è una soluzione innovativa che offre prestazioni termiche eccezionali abbinate ad una resistenza antisismica elevatissima. Il materiale dei blocchi che compongono il sistema è l’EPS, polistirolo espanso sinterizzato, come quello di un normale cappotto termico, con caratteristiche simili. Durante la posa del sistema, se il polistirolo di Climablock rimane per lungo tempo esposto direttamente alla luce solare, può verificarsi un ingiallimento del materiale e la formazione di uno strato di polvere sulla superficie.
Per garantire una superficie ideale per l’applicazione delle finiture esterne, però, è necessario seguire una procedura di pulizia specifica per rimuovere la polvere di polistirolo. In questo articolo, ti guideremo attraverso i passaggi chiave per la corretta pulizia del sistema costruttivo Climablock.




Materiali necessari

Prima di iniziare, assicurati di avere a disposizione i seguenti materiali:

  1. Idropulitrice: sarà uno strumento fondamentale per la pulizia della superficie del sistema Climablock. Assicurati che l’idropulitrice abbia una pressione regolabile e che puoi impostarla su una pressione medio-bassa per evitare danni al polistirolo;
  2. Straccio scuro: verrà utilizzato per verificare la quantità di polvere presente sulla parete prima e dopo il lavaggio;
  3. Acqua: hai bisogno di una fonte d’acqua per alimentare l’idropulitrice. Assicurati che sia facilmente accessibile.


Procedura per la pulizia dell’Eps

  1. Preparazione: prepara l’area circostante in modo adeguato rimuovendo gli oggetti che potrebbero ostacolare l’accesso alla parete. Assicurati di indossare abbigliamento adatto per la pulizia e la protezione personale.
  2. Controllo della Pressione dell’Idropulitrice: controlla la pressione dell’idropulitrice e impostala su una modalità medio-bassa. Una pressione troppo elevata potrebbe danneggiare la superficie del polistirolo quindi è importante prestare attenzione a questo dettaglio.
  3. Lavaggio con l’Idropulitrice: utilizza la lancia dell’idropulitrice mantenendo una distanza sicura dalla parete (tra 30 cm e 1,5 metri) per evitare di danneggiare il polistirolo. Inizia il lavaggio dalla parte superiore della parete e muoviti a destra e sinistra in modo regolare e costante procedendo verso il basso. Mantieni un angolo di 45 gradi verso il basso rispetto alla superficie per ottenere i migliori risultati.
  4. Asciugatura: lascia asciugare la parete completamente prima di procedere alla verifica finale e all’applicazione delle finiture esterne. Questo potrebbe richiedere diverse ore, a seconda delle condizioni meteorologiche
  5. Verifica della Pulizia: dopo aver completato il lavaggio e atteso che la parete sia completamente asciutta, usa uno straccio scuro per controllare la quantità di polvere presente sulla parete. Se noti che ci sono ancora residui, ripeti il processo di lavaggio fino a quando la superficie non appare pulita.
  6. Applicazione delle Finiture: una volta che la parete è completamente asciutta, puoi procedere con l’applicazione delle finiture esterne. Segui le istruzioni del produttore per ottenere i migliori risultati.


PRIMA DELLA PULIZIA


DOPO DELLA PULIZIA


Prevenzione

Per evitare questo problema e prevenire l’ingiallimento del sistema ICF Climablock e preservarne la durata nel tempo, è fondamentale adottare misure preventive. Prima di tutto, assicurati di tenere il materiale imballato e al sicuro dai raggi solari durante lo stoccaggio. Inoltre, se stai applicando il un sistema ICF come Climablock per la costruzione di un edificio, considera l’installazione di teli ombreggianti sull’impalcatura. Questi teli ombreggianti possono aiutare a proteggere il polistirolo esterno dalla luce solare eccessiva durante le fasi di costruzione e installazione, contribuendo a preservarne la superficie intatta e priva di polvere.
La prevenzione è spesso il modo migliore per evitare problemi relativi alle finiture.



Considerazioni finali

La pulizia del sistema costruttivo Climablock è un passaggio fondamentale per ottenere la perfetta adesione delle finiture esterne e garantire una miglior durabilità delle stesse. Seguire questa procedura è il primo passo per una corretta posa di qualsiasi tipo di finitura superficiale, che sia una rasatura o un intonaco armato


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Novembre 14, 20230

Per il terzo anno consecutivo, l’azienda sanvitese, impegnata nell’invenzione, nello sviluppo e nella produzione di sistemi di costruzione conferma la sua crescita.

 Anche quest’anno l’Istituto Tedesco Qualità e Finanza e La Repubblica Affari & Finanza, hanno dedicato lo studio “I Campioni della Crescita 2024”a quelle aziende italiane vitali ed intraprendenti che hanno avuto una maggior espansione economica e di conseguenza creato opportunità di lavoro.E’ il terzo anno consecutivo che Pontarolo Engineering viene incorporata nel prestigioso ranking, rispettando una serie di severi criteri, fornendo bilanci e specifici documenti, risultando tra le imprese con la più importante crescita di fatturato nel triennio 2019-2022.

L’espansione aziendale continua in modo importante e costante grazie alla forte tendenza alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie innovative e brevettate per l’edilizia, alla cui attività vengono destinate diverse risorse umane ed oltre il 3 % del fatturato: Pontarolo Engineering Spa è una delle poche imprese ad avere i requisiti per essere iscritta nell’apposita sezione speciale del Registro Imprese in qualità di PMI Innovativa (rif. Art. 4 del DL 3/2015).



“ Siamo davvero molto soddisfatti dei risultati ottenuti. Continueremo ad offrire ai clienti soluzioni innovative, al passo con l’evoluzione del mercato, riconfermando i successi raggiunti e conquistando nuovi obiettivi. “






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Settembre 20, 20230

La soluzione tecnica del pavimento flottante viene ampiamente utilizzata grazie alla semplicità di manutenzione, alla flessibilità di passaggio degli impianti ed eventuale loro futura modifica. Ad esempio una palazzina ad uso uffici nel corso degli anni avrà bisogno di nuove postazioni di lavoro, ambienti che cambiano di destinazione d’uso o semplicemente modifiche alle infrastrutture tecnologiche. Proprio per queste ragioni l’utilizzo dei pavimenti flottanti è in aumento in quanto soluzione tecnica adatta ai requisiti di progetto.


Ma qual’è il miglior modo per realizzare il piano terra su cui posarlo? 


Solitamente il piano terra delle palazzine ad uso uffici viene realizzato con: magrone o platea di fondazione, vespaio aerato Cupolex, soletta in c.a., isolante termico XPS, massetto e pavimento flottante. Tale soluzione isola termicamente dal terreno e garantisce un ambiente salubre, privo di umidità ed inquinanti di risalita dal sottosuolo, grazie alla ventilazione naturale o forzata del vespaio.

In cantiere tale pacchetto comporta il getto della cappa in c.a. sopra al Cupolex ed un successivo getto del massetto al di sopra dell’isolamento termico, atto a distribuire il carico puntuale dato dai piedini del pavimento flottante sull’isolante stesso.

L’innovativo vespaio aerato a cappotto Isolcupolex rappresenta un’ottima soluzione sia dal punto di vista progettuale che cantieristico.

Ecco qui le due sezioni a confronto.



Tale soluzione isola termicamente dal terreno e garantisce un ambiente salubre, privo di umidità ed inquinanti di risalita dal sottosuolo, grazie alla ventilazione naturale o forzata del vespaio.

In cantiere tale pacchetto comporta il getto della cappa in c.a. sopra a Cupolex ed un successivo getto del massetto al di sopra dell’isolamento termico, atto a distribuire il carico puntuale dato dai piedini del pavimento flottante sull’isolante stesso.

L’innovativo vespaio aerato a cappotto Isolcupolex rappresenta un’ottima soluzione sia dal punto di vista progettuale che cantieristico.



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Agosto 7, 20230

Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai evidenti, con temperature globali medie in considerevole aumento ed una frequenza di eventi atmosferici – oggi considerati estremi, violenti ed improvvisi – in crescita. Questa sarà la nuova normalità: proprio per questo motivo è bene pensare di costruire ed adeguare anche case ed edifici al cambiamento, per proteggerli non solo dai terremoti ma anche da temporali forti, umidità e caldo eccessivo.

I danni provocati dai recenti avvenimenti riguardano in modo evidente le grandinate e le forti raffiche di vento, responsabili del deterioramento dell’involucro delle strutture che è generalmente il punto più esposto degli edifici. Diverse sono le immagini circolate negli ultimi giorni di interi muri crollati o bucati da questi fenomeni. Ma come possiamo adattarci al clima che muta?

Innanzitutto, una struttura a pareti in cemento armato ha una resistenza maggiore rispetto ad un edificio in muratura in quanto la struttura è omogenea, priva di muri di tamponamento che rappresentano l’elemento debole delle facciate, soprattutto se le trombe d’aria (o medicanes, per usare il termine che definisce le nuove trombe d’aria che affliggono l’area del Mediterraneo a causa del surriscaldamento del mare) sollevano oggetti di peso elevato scaraventandoli a distanza. Per questo, una delle migliori soluzioni presenti ad oggi sul mercato è quella di costruire edifici in cui la struttura portante è costituita da muri in cemento armato estremamente resistenti, che sostengono il peso dell’edificio, non si danneggiano nel caso di sisma e distribuiscono uniformemente il carico sulle fondamenta. Tali strutture sono realizzate ad esempio grazie alla tecnologia Climablock.

Attraverso questo sistema all’avanguardia, si riesce ad ottenere un muro dall’elevata resistenza meccanica unita alla capacità di isolamento termico dell’EPS Twinpor. Questo secondo aspetto contribuisce in aggiunta a mantenere il comfort all’interno degli involucri senza dover ricorrere necessariamente a picchi di consumo energetico dato dalle temperature sempre più alte.

È bene imparare ad usare materiali che consentano una sempre maggiore tenuta rispetto al caldo esterno: usare materiali da costruzione che consentano un corretto isolamento termico, risparmio energetico e benessere ambientale.

Il Sistema Pontarolo consente di realizzare case ed edifici in classe A dotate della massima efficienza energetica, solidi e con temperatura interna costante che si traduce in risparmio energetico (e quindi economico).

Sistema Pontarolo cambiamento climatico

 

 


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Luglio 12, 20230

L’impresa Ediltre, nel cantiere del complesso residenziale di Giussano Via Filzi, aderisce al codice di condotta volontario, elaborato da Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza diventando ESG compliant (environmental, Social, Governance). 



Cantiere_complesso residenziale in costruzione con tecnologie Pontarolo



Render_ Complesso residenziale di Giussano Via FIlzi


Per migliorare la qualità di vita dei cittadini e garantire un futuro migliore alle prossime generazioni, diventa necessaria l’attuazione di un’ edilizia sostenibile.Oggi più che mai, costruire è un grande impegno e una grande responsabilità che implica la scelta di maestranze e tecnologie capaci di dare ottime performance in termini di etica, impatto ambientale e risparmio energetico.

Il Sistema Costruttivo Pontarolo ed in particolare il cassero Climablock della Pontarolo Engineering S.p.A. di San Vito al Tagliamento, dotato della prestigiosa certificazione EPD che ne attesta gli impatti ambientali legati alla sua produzione, garantiscono il rispetto dei valori relativi ad una crescita sostenibile.

Le tecnologie di questo innovativo sistema, realizzate in Eps TwinporTM,  un materiale tra i più performanti ed eco-sostenibili nel mercato poiché composto dal 98% di aria e solo dal 2% di materiale, consentono di realizzare in un’ unica fase la struttura portante antisismica e l’ isolamento termico dell’edificio, assicurando elevati standard qualitativi per un concreto risparmio energetico e massimo comfort abitativo. 


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Persone, governi e istituzioni, consapevoli della rilevanza delle azioni che impattano sul futuro del pianeta e degli abitanti sono sempre più attenti al tema della sostenibilità.  

Assimpredil Ance, l’associazione dei costruttori edili delle province di Milano, Monza e Lodi, ha proposto un codice di condotta volontario per attuare e promuovere lo sviluppo sostenibile dei cantieri degli associati; tale codice impegna le imprese a comportamenti concreti e misurabili per la decarbonizzazione, la tutela dell’ambiente, la legalità, la regolarità del lavoro, la sicurezza, per il sociale ed il rispetto della catena di fornitura. 

Ai cantieri delle imprese che si assumono l’impegno di rispettare gli 8 valori alla base del Manifesto di tale iniziativa, viene consegnato il logo di “Cantiere Impatto Sostenibile”. 

E’ ciò che è accaduto al Cantiere del progetto Residenziale di Giussano in Via Fabio Filzi dell’impresa Ediltre s.r.l. che prevede la costruzione di un nuovo edificio di 13 unità immobiliare circondato da un’ampia area verde: Ance ha premiato il modus operandi, le pratiche e le tecnologie adottate, volte a ridurre l’impatto ambientale e promuovere la sostenibilità, tra cui il sopracitato cassero Climablock. 


“Cantiere Impatto Sostenibile”_ Assegnazione da parte della Presidente Regina De Albertis


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Giugno 28, 20230

La normativa che si occupa della progettazione e messa in opera dei sistemi isolanti termici per l’esterno è la UNI/TR 11715, approvata il 31 maggio 2018, ed entrata a far parte del corpo normativo nazionale il 21 giugno 2018.
Tale normativa, di carattere tecnico, mette a disposizione a progettisti ed applicatori dei riferimenti progettuali con esempi, dettagli tecnici, schemi e tabelle per eseguire una progettazione dettagliata e a regola d’arte del cappotto termico.

Sempre più spesso tale norma nazionale non viene presa in considerazione o viene considerata solo in parte, sottovalutando così la verifica e la preparazione del supporto ed aumentando il rischio di ottenere un risultato non soddisfacente che può intaccare il funzionamento del sistema stesso.
Più del 30 % delle difformità relative ad un sistema a cappotto sono imputabili alla non adeguatezza o ad un’errata preparazione del supporto.
Indipendentemente dalla tipologia del substrato, infatti, un supporto idoneo all’installazione di un sistema a cappotto deve soddisfare determinati requisiti: non deve presentare umidità in facciata (tantomeno di risalita), non deve presentare crepe o fessurazioni, deve avere una planarità idonea e deve essere ben coeso, oltre a non presentare tracce di polveri o olii in superficie.





Procedure di verifica

Attraverso una verifica visiva non è possibile escludere tutte le problematiche del substrato: potremmo riscontare solamente le gravi inidoneità, come le fluorescenze superficiali, crepe e materiale in fase ti distacco.

La UNI/TR 11715 ci aiuta in tal senso, elencando una serie di prove atte a determinare l’idoneità del supporto
prima dell’applicazione del sistema a cappotto:




  1. Effettuare un sopralluogo esaminando visivamente il supporto ed eseguire, inoltre, la prova di sfregamento mediante palmo della mano o straccio scuro per identificare aree soggette a efflorescenze dannose o rivestimenti esistenti friabili;
  2. Effettuare la prova di resistenza all’abrasione o all’incisione per determinare la resistenza e la capacità di sopportazione del carico con conseguente test della quadrettatura, che consiste nell’incisione a reticolo su area di 10×10 cm mediante l’utilizzo di un materiale appuntito idoneo fino al raggiungimento del substrato. Si creeranno delle incisioni equidistanti, al di sopra dello stesso nel quale verrà applicato un nastro adesivo a copertura dell’area. Al termine, verrà rimosso energeticamente.
    Visivamente potremo valutare il risultato ottenuto: per un’area rimossa inferiore al 15%, il supporto risulta idoneo, per valori compresi tra il 15-35% è necessario applicare un fondo consolidante e la ripetizione della prova, per valori superiori al 35%, rimuovere totalmente lo strato di finitura esistente;
  1. Eseguire la prova di bagnatura mediante l’utilizzo di un pennello e/o spruzzatore. Valutare l’umidità del supporto anche mediante igrometro, verificandola planarità. Qualora l’edificio in questione superasse le tolleranze ammesse è necessario adottare misure adeguate di compensazione;
  2. Eseguire la prova di resistenza allo strappo che prevede l’annegamento di una rete d’armatura in fibra di vetro per una superficie almeno di 30×30 cm. Lasciare un angolo della stessa esposta per permettere la maturazione del rasante (di circa 48h).
    Asportare a mano, successivamente, solo la rete e lo strato superficiale lasciando il primo strato di rasante coeso al substrato. Nel caso in cui non superi le tolleranze ammesse è necessario adottare misure adeguate di compensazione;


Il test della quadrettatura e dello strappo non sono obbligatori, ma è altamente consigliabile eseguirli prima della posa del sistema a cappotto.
Sono test molto veloci atti ad escludere in casi drastici la rimozione totale del sistema applicato, oltre a non richiedere un rilevante dispendio di tempo ed economico.
Non è ammissibile progettare un intervento di riqualificazione energetica mediate l’applicazione del sistema a cappotto senza un’adeguata diagnosi del supporto. Per questo motivo il progettista dovrà essere supportato dal posatore per l’esecuzione di alcune prove e l’analisi dei risultati ottenuti.





Tipologie di supporto


Le tipologie di supporto che si riscontrano prima dell’applicazione di un sistema a cappotto e che racchiudono quasi la totalità dei supporti presenti nel nostro territorio sono solitamente supporti in muratura non intonacata, supporti in CLS, supporti con intonaci e finiture minerali e/o finiture organiche, supporti in legno e pannelli da costruzione leggeri ed infine supporti con rivestimenti lapidei o ceramici.
Per ognuna di queste finiture vi sono delle indicazioni di verifica per preparare al meglio il supporto e per eseguire delle eventuali procedure di ripristino.

Di seguito le tabelle riassumono le varie tipologie di supporto e il trattamento consigliato, in base allo stato di fatto.



Trattamenti per supporti in muratura non intonacata




Trattamenti per supporti in calcestruzzo





Trattamenti per supporti con intonaci e finiture minerali





Trattamenti per supporti con intonaci e finiture organiche





Trattamenti per supporti in legno e pannelli da costruzione leggeri





Trattamenti per rivestimento ceramico o lapideo




Uno strato polveroso prevede una spazzolatura ed un lavaggio ad alta pressione ed eventualmente un trattamento consolidante: procedura non attuabile ai supporti in legno e/o pannelli da costruzione leggeri i quali possono solo essere spazzolati a secco.

Le efflorescenze, invece, indipendentemente dalla tipologia di supporto, prevedono il dover grattare le superfici in questione, spazzolarle a secco ed eventualmente trattarle con un primer idoneo. Le irregolarità, le crepe ed eventuali buchi esistenti nel substrato andranno livellati con malta idonea in una fase di lavorazione separata, prestando attenzione ai tempi di maturazione dello stesso.

Tutti gli eventuali residui di intonaco o croste andranno rimossi e/o scrostati, e in presenza di umidità si dovranno indentificare le cause: per questo sarà necessario attendere l’asciugatura delle aree interessate al ripristino mediante sistemi deumidificanti per i quali è opportuno identificare un sistema adeguato da un punto di vista di traspirabilità.

Ogni casistica prevede un determinato tipo di intervento, per questo è fortemente consigliato consultare le tabelle in questione al fine di ottenere un ottimo risultato senza rischi o imperfezioni.


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Giugno 21, 20230

 A causa dell’impermeabilizzazione del suolo e la conseguente mancanza d’aria ed acqua, gli alberi hanno, da sempre, difficoltà di adattamento all’ambiente urbano, andando incontro ad una crescita difficile e stentata. Negli ultimi anni, in particolare, la prolungata mancanza di fenomeni piovosi, i venti estremi e le cosiddette “bombe d’acqua” sono diventati eventi sempre più frequenti: così il cambiamento climatico in atto modifica radicalmente le esigenze delle nostre città che, di conseguenza, dovranno essere in grado di adattarsi alle diverse condizioni ambientali. 


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 Gli alberi che riescono a svilupparsi nelle difficili condizioni di vita cittadina, tendono a rompere la pavimentazione urbana alla ricerca di fonti di approvvigionamento idrico e di ossigeno. Raramente, infatti, raggiungono il loro pieno potenziale di crescita e riescono a fornire totalmente l’utilità ambientale per la quale sono stati piantati. 

Per ridurre gli effetti del cambiamento climatico sarebbe sufficiente mettere a dimora nuovi alberi fornendo, agli stessi, sufficiente spazio per il loro sviluppo e preservare, migliorandone la qualità di vita, gli alberi esistenti, con conseguenti benefici quali l’abbassamento della temperatura urbana, la riduzione di CO2 e l’aumento della schermatura solare, derivante dall’ abbassamento della temperatura di diversi gradi. 

 Mentre nel mondo si discute di abbassare la temperatura di 1,5 °C entro fine secolo, in Francia per esempio l’obiettivo è di ridurre le temperature urbane di 4°C entro il 2100 e in varie città – Lione su tutte – si stanno realizzando piani notevoli per lo sviluppo del verde urbano. 



 La Pontarolo Engineering ha sviluppato il sistema Cupolex Radici, che consente di mettere a dimora gli alberi garantendone la crescita e Cupolex Radici Esistenti, che consente di apportare acqua e aria alle piante aumentandone contestualmente la resistenza ai recenti fenomeni estremi. 


La città di Udine ha realizzato un tratto di via Ramandolo utilizzando il sistema Cupolex Radici Esistenti per mettere in sicurezza i marciapiedi ammalorati, al fine di evitarne la rottura, i rischi di caduta per i pedoni/ciclisti e ridurre nel contempo i costi di manutenzione.





SEDE LEGALE ITALIA

San Vito al Tagliamento

La PONTAROLO ENGINEERING S.p.a. è un’ azienda che da oltre 55 anni opera nel settore delle costruzioni.
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