Muratura esistente a prova di cappotto: test preventivi e idoneità del supporto

Giugno 28, 20230
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La normativa che si occupa della progettazione e messa in opera dei sistemi isolanti termici per l’esterno è la UNI/TR 11715, approvata il 31 maggio 2018, ed entrata a far parte del corpo normativo nazionale il 21 giugno 2018.
Tale normativa, di carattere tecnico, mette a disposizione a progettisti ed applicatori dei riferimenti progettuali con esempi, dettagli tecnici, schemi e tabelle per eseguire una progettazione dettagliata e a regola d’arte del cappotto termico.

Sempre più spesso tale norma nazionale non viene presa in considerazione o viene considerata solo in parte, sottovalutando così la verifica e la preparazione del supporto ed aumentando il rischio di ottenere un risultato non soddisfacente che può intaccare il funzionamento del sistema stesso.
Più del 30 % delle difformità relative ad un sistema a cappotto sono imputabili alla non adeguatezza o ad un’errata preparazione del supporto.
Indipendentemente dalla tipologia del substrato, infatti, un supporto idoneo all’installazione di un sistema a cappotto deve soddisfare determinati requisiti: non deve presentare umidità in facciata (tantomeno di risalita), non deve presentare crepe o fessurazioni, deve avere una planarità idonea e deve essere ben coeso, oltre a non presentare tracce di polveri o olii in superficie.





Procedure di verifica

Attraverso una verifica visiva non è possibile escludere tutte le problematiche del substrato: potremmo riscontare solamente le gravi inidoneità, come le fluorescenze superficiali, crepe e materiale in fase ti distacco.

La UNI/TR 11715 ci aiuta in tal senso, elencando una serie di prove atte a determinare l’idoneità del supporto
prima dell’applicazione del sistema a cappotto:




  1. Effettuare un sopralluogo esaminando visivamente il supporto ed eseguire, inoltre, la prova di sfregamento mediante palmo della mano o straccio scuro per identificare aree soggette a efflorescenze dannose o rivestimenti esistenti friabili;
  2. Effettuare la prova di resistenza all’abrasione o all’incisione per determinare la resistenza e la capacità di sopportazione del carico con conseguente test della quadrettatura, che consiste nell’incisione a reticolo su area di 10×10 cm mediante l’utilizzo di un materiale appuntito idoneo fino al raggiungimento del substrato. Si creeranno delle incisioni equidistanti, al di sopra dello stesso nel quale verrà applicato un nastro adesivo a copertura dell’area. Al termine, verrà rimosso energeticamente.
    Visivamente potremo valutare il risultato ottenuto: per un’area rimossa inferiore al 15%, il supporto risulta idoneo, per valori compresi tra il 15-35% è necessario applicare un fondo consolidante e la ripetizione della prova, per valori superiori al 35%, rimuovere totalmente lo strato di finitura esistente;
  1. Eseguire la prova di bagnatura mediante l’utilizzo di un pennello e/o spruzzatore. Valutare l’umidità del supporto anche mediante igrometro, verificandola planarità. Qualora l’edificio in questione superasse le tolleranze ammesse è necessario adottare misure adeguate di compensazione;
  2. Eseguire la prova di resistenza allo strappo che prevede l’annegamento di una rete d’armatura in fibra di vetro per una superficie almeno di 30×30 cm. Lasciare un angolo della stessa esposta per permettere la maturazione del rasante (di circa 48h).
    Asportare a mano, successivamente, solo la rete e lo strato superficiale lasciando il primo strato di rasante coeso al substrato. Nel caso in cui non superi le tolleranze ammesse è necessario adottare misure adeguate di compensazione;

Il test della quadrettatura e dello strappo non sono obbligatori, ma è altamente consigliabile eseguirli prima della posa del sistema a cappotto.
Sono test molto veloci atti ad escludere in casi drastici la rimozione totale del sistema applicato, oltre a non richiedere un rilevante dispendio di tempo ed economico.
Non è ammissibile progettare un intervento di riqualificazione energetica mediate l’applicazione del sistema a cappotto senza un’adeguata diagnosi del supporto. Per questo motivo il progettista dovrà essere supportato dal posatore per l’esecuzione di alcune prove e l’analisi dei risultati ottenuti.





Tipologie di supporto

Le tipologie di supporto che si riscontrano prima dell’applicazione di un sistema a cappotto e che racchiudono quasi la totalità dei supporti presenti nel nostro territorio sono solitamente supporti in muratura non intonacata, supporti in CLS, supporti con intonaci e finiture minerali e/o finiture organiche, supporti in legno e pannelli da costruzione leggeri ed infine supporti con rivestimenti lapidei o ceramici.
Per ognuna di queste finiture vi sono delle indicazioni di verifica per preparare al meglio il supporto e per eseguire delle eventuali procedure di ripristino.

Di seguito le tabelle riassumono le varie tipologie di supporto e il trattamento consigliato, in base allo stato di fatto.



Trattamenti per supporti in muratura non intonacata



Trattamenti per supporti in calcestruzzo




Trattamenti per supporti con intonaci e finiture minerali




Trattamenti per supporti con intonaci e finiture organiche




Trattamenti per supporti in legno e pannelli da costruzione leggeri




Trattamenti per rivestimento ceramico o lapideo



Uno strato polveroso prevede una spazzolatura ed un lavaggio ad alta pressione ed eventualmente un trattamento consolidante: procedura non attuabile ai supporti in legno e/o pannelli da costruzione leggeri i quali possono solo essere spazzolati a secco.

Le efflorescenze, invece, indipendentemente dalla tipologia di supporto, prevedono il dover grattare le superfici in questione, spazzolarle a secco ed eventualmente trattarle con un primer idoneo. Le irregolarità, le crepe ed eventuali buchi esistenti nel substrato andranno livellati con malta idonea in una fase di lavorazione separata, prestando attenzione ai tempi di maturazione dello stesso.

Tutti gli eventuali residui di intonaco o croste andranno rimossi e/o scrostati, e in presenza di umidità si dovranno indentificare le cause: per questo sarà necessario attendere l’asciugatura delle aree interessate al ripristino mediante sistemi deumidificanti per i quali è opportuno identificare un sistema adeguato da un punto di vista di traspirabilità.

Ogni casistica prevede un determinato tipo di intervento, per questo è fortemente consigliato consultare le tabelle in questione al fine di ottenere un ottimo risultato senza rischi o imperfezioni.

SEDE LEGALE ITALIA

San Vito al Tagliamento

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