Riccione è una città che nella sua denominazione comune è chiamata la “La Perla Verde”. Questo è dovuto al suo paesaggio urbano che è caratterizzato da un ricco patrimonio arboreo che si estende sia nei parchi e giardini che lungo le strade. Fra le specie maggiormente rappresentate lungo i viali abbiamo il pino domestico (Pinus pinea) che da solo rappresenta circa un quarto dell’intero patrimonio arboreo cittadino. La capacità di un albero di crescere e rimanere in salute è in gran parte dipendente dallo spazio disponibile per le radici. E’ noto come gli alberi in aree altamente urbanizzate, dove esistono piccoli spazi con poco terreno disponibile, vanno incontro a senescenza precoce e a crescita stentata. Nelle tipiche condizioni in cui essi vengono posti a dimora in ambito urbano, raramente raggiungono il pieno potenziale di crescita e non riescono a fornire l’ampia gamma di utilità ambientali per i quali sono stati piantati e che al contrario potrebbe essere offerta da alberi sani. Un albero in un tipico ambito urbano, piantato in un’aiuola anche inferiore al metro quadrato, non ha spazio disponibile per lo sviluppo del proprio apparato radicale e va incontro ad un rapido declino. Inoltre, l’impossibilità dell’apparato radicale di svilupparsi in modo equilibrato, a causa della compattazione ed impermeabilizzazione del suolo, stimola lo sviluppo delle radici negli orizzonti di terreno più superficiali con gravi ripercussioni a carico delle pavimentazioni. Creare volumi di suolo maggiore esplorabili dalle radici, non soggetti a compattazione e permeabili, consentono agli alberi di vivere in condizioni fitosanitarie migliori, con maggiori possibilità di sopravvivenza in condizioni più consone. Il nostro obiettivo è quindi quello di aumentare il volume di terreno disponibile per gli alberi, al fine di realizzare alberate costituite da piante della maggiore dimensione possibile e più sane. Nelle aree in cui c’è poco o nessun suolo nativo disponibile, la ricerca attuale che stiamo portando avanti mostra che la realizzazione di celle vegetative sono la soluzione migliore per raggiungere questo obiettivo andando a creare del volume di suolo sotto il marciapiede esplorabile dalle radici, attraverso un sistema che nel contempo salvaguardia le pavimentazioni stradali e i marciapiedi circostanti l’aiuola di piantagione.
I benefici prodotti da sistemi come le celle vegetative che consentano un migliore e maggiormente equilibrato sviluppo delle piante arboree, soprattutto di grandi dimensioni sono molteplici, soprattutto nei contesti urbani, sia sotto il profilo della qualità degli impianti vegetali realizzati che degli oneri manutentivi ad essi collegati e che l’Amministrazione Comunale deve sopportare negli anni per la loro gestione. La realizzazione e l’incremento delle alberate di prima e seconda grandezza rappresenta una soluzione che va favorita in città, in particolare lungo le strade ed in zone a parcheggio collocate in aree urbane e residenziali, al fine di migliorare sia l’impatto negativo prodotto dai veicoli a motore sia per favorire la mobilità lenta (ciclabile e pedonale) grazie all’ombreggiamento e all’effetto dell’evapotraspirazione prodotto dalle chiome degli alberi che incidono favorevolmente sull’isola di calore che si produce in ambiente urbano. Per esempio, un albero adulto di dimensione media può “estrarre” dall’aria inquinata fino a 250kg/anno di polveri provenienti dal traffico veicolare nonché dagli impianti di riscaldamento e dalle varie attività antropiche (polveri, fumi, metalli pesanti, ecc.) e ridurre di diversi gradi centigradi la temperatura dell’aria nelle calde giornate estive. Naturalmente, le alberate stradali sono poste a dimora in aiuole di piantagione che oltre ad essere necessarie per la sopravvivenza dell’albero, riducono le superfici impermeabili e migliorano il deflusso delle acque piovane. In questi casi le celle vegetative rappresentano una soluzione ideale sia per lo sviluppo equilibrato dell’albero, per la specifica funzione di limitare la compattazione e l’impermeabilità dei suoli urbanizzati che per la salvaguardia delle pavimentazioni circostanti le piante stesse.
Le celle vegetative che stiamo sperimentando a Riccione in collaborazione con GEAT l’Università di Bologna e la Pontarolo Engineering di Pordenone che ci sta fornendo il supporto tecnico necessario, sono sostanzialmente strutture in plastica riciclata conformi ai CAM (Criteri Ambientali Minimi), poggianti su di un reticolo di pilastrini in grado di creare un franco di terreno, non soggetto a compattazione, esplorabile dalle radici, sormontato da un’intercapedine che favorisce gli scambi gassosi a tutto vantaggio della stabilità e vitalità dell’albero e della conservazione delle pavimentazioni stradali e pedonali circostanti. Queste strutture reticolari, studiate e sviluppate per essere riempite, tra i vuoti, con terreno vegetale o miscele di terricciati specifici, sono poi ricoperte mediante l’impiego di calcestruzzi permeabili o tradizionali con l’aggiunta di impianto irriguo e alla fine pavimentate con i materiali, pietre, masselli in cls e/o materiali bituminosi di progetto.
Certamente in questi casi la cella vegetativa nella sua classica conformazione non può essere realizzata. Non è pensabile infatti effettuare lo scavo in profondità in prossimità dell’albero per l’alloggiamento dei supporti strutturali senza intaccare la stabilità dello stesso. In questi contesti, tuttavia, stiamo sperimentando un sistema che rappresenta sostanzialmente un’evoluzione, un adattamento del sistema precedente, quando per motivi paesaggistici o di opportunità risulta necessario conservare il soprassuolo esistente. Naturalmente la conservazione degli alberi richiede un’attenzione particolare quando si opera a livello radicale al fine di non incidere né sulla vitalità delle piante né sulla loro stabilità. Sostanzialmente si opera attraverso la rimozione accurata della pavimentazione esistente, la “ripulitura” dell’apparato radicale tramite l’utilizzo di tecnologie specifiche, attraverso le quali si genera un getto d’aria supersonico specifico per disgregare la compattazione del suolo e rimuovere o spostare il terreno in prossimità delle radici senza lesionarne il capillizio radicale. Si posizionano quindi gli elementi plastici di protezione (cupole) a salvaguardia delle radici e che contemporaneamente creano un’intercapedine di aria che ne sfavorisce l’affioramento e che fungono da supporto alla pavimentazione soprastante. Questa metodologia riteniamo possa costituire una soluzione praticabile che salvaguardia il soprassuolo arboreo esistente, riducendo o addirittura eliminando contestualmente gli effetti determinati dalle interferenze degli apparati radicali con le pavimentazioni.
Fra le grandi aree strategiche e le aree prioritarie delle azioni concrete del “Recovery Fund”, scritte a lettere cubitali dalle istituzioni europee e sulle quali incombono vincoli di destinazione in cui devono andare almeno il 37% delle risorse messe a disposizione, c’è la transizione ambientale. Le analisi compiute testimoniano la necessità di interventi immediati in quanto l’inquinamento dei centri urbani resta elevato e il 3,3% della popolazione vive in aree dove gli standard europei di tossicità dell’aria risultano oltrepassati. Insieme e oltre alla decarbonizzazione dei trasporti, la mobilità urbana sostenibile pubblica e privata, la forestazione urbana rappresenta, ritengo che sia la via maestra per rendere più sostenibili e vivibili i nostri centri urbani. Realizzare sistemi tecnologici che salvaguardino e permettano lo sviluppo equilibrato del verde urbano vanno proprio in questa direzione e i fondi che saranno messi a disposizione dal Governo nel “Recovery Fund” rappresentano un’opportunità di grande interesse anche per Riccione. Va precisato a questo proposito che i maggiori costi che sono richiesti per la realizzazione degli impianti vegetali con i criteri innovativi come quelli che stiamo mettendo in campo, vanno considerati come un investimento che guarda al futuro e che necessitano tuttavia della partecipazione di tutti i soggetti in campo sia pubblici che privati.
L’Amministrazione Comunale di Riccione sta cercando di dare proprio un contributo in questa direzione. Va tuttavia considerato che, quando si affrontano questi temi, si deve prendere atto della complessità degli stessi. La definizione di foresta urbana per esempio include tutte le diverse tipologie di verde urbano con livelli molto diversi fra loro: boschi e superfici boscate periurbane, parchi e boschi urbani, piccoli parchi di quartiere, giardini privati, giardini pensili e spazi verdi, alberature stradali, delle piazze, dei viali e infine altri spazi verdi con presenze arboree (scarpate, golene, cimiteri, orti botanici, terreni agricoli, etc.). La progettazione rappresenta una fase fondamentale della realizzazione di interventi di forestazione urbana ed è auspicabile che venga redatta dagli uffici tecnici degli enti interessati, affiancati da specialisti di altri enti pubblici o privati: oggi ritengo non si possano che affrontare questi temi con un concetto di squadra, nella quale ognuno deve svolgere un suo ruolo specifico. Ogni progetto di forestazione urbana infatti deve integrarsi nella complessità del contesto territoriale in cui si colloca: le nuove aree verdi alberate, per esempio, devono essere progettate tenendo in considerazione del loro inserimento nel sistema del verde urbano esistente, così da diventare un elemento integrato della rete di spazi verdi ed assumere un ruolo per la connessione ecologica. La realizzazione di nuovi spazi verdi contribuisce certamente al miglioramento del paesaggio urbano e periurbano e alla riduzione delle emissioni climalteranti, fungendo da serbatoio per la cattura di carbonio e contribuendo al miglioramento del microclima locale, alla mitigazione dell’inquinamento atmosferico (in particolare le polveri sospese) ed acustico, migliorando la funzionalità ambientale e la connettività e la biodiversità locale. Le strategie di forestazione urbana, però, se non accuratamente pianificate e coordinate, possono incontrare problemi di attuazione operativa in quanto richiedono il coinvolgimento di diversi soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio. E’ in questo senso che l’Amministrazione Comunale di Riccione e Geat si pongono in modo aperto e dialogante con tutti i soggetti sia pubblici che privati che operano da tempo in questi ambiti quali appunto l’Università ma anche imprese private quali la Pontarolo Engineering che da anni realizza celle vegetative tecnologiche e vasche di laminazione in varie zone del mondo.
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