Gas Radon: cos’è e come eliminarlo dagli edifici

Marzo 5, 20210
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Quando si realizza una casa o un edificio si tende spesso a non considerare un problema molto comune che può essere presente all’interno delle nostre abitazioni: il gas radon.
Il Gas Radon proviene dal terreno ed è ritenuto il principale fattore di rischio di cancro polmonare per i non fumatori e la seconda causa dopo il fumo di tabacco per i fumatori. È presente nell’aria e nell’acqua e si accumula negli ambienti in cui viviamo e lavoriamo.



Cos’è il gas radon?


Il gas radon è un elemento chimico pesante, caratterizzato dal numero atomico 86. È un gas nobile e radioattivo, che si forma per il decadimento del radio, a sua volta generato dal decadimento dell’uranio.

È un gas fortemente cancerogeno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli studi epidemiologici confermano che il gas radon nelle case aumenta il rischio di tumore ai polmoni nella popolazione. La percentuale di tutti i tumori polmonari legati al radon è stimata tra il 3% e il 14%, a seconda della concentrazione media di gas radon nel Paese considerato e dei metodi di calcolo.

È inodore e incolore, è solubile in acqua e presente nell’atmosfera con valori medi fino a 10 Bq/m(Becquerel/metro cubo, unità di misura dell’attività di un radionuclide).
Tende però a concentrarsi maggiormente negli ambienti chiusi, a contatto con il terreno, quindi anche nelle nostre case.


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Come misurare il gas radon


Come abbiamo accennato, la concentrazione di questo gas pericoloso si misura in Becquerel al metro cubo, ovvero l’unità del Sistema Internazionale per indicare un decadimento di un radionuclide al secondo al metro cubo di volume.

Molte volte il gas radon si accumula nei locali chiusi e per questo sarebbe opportuno valutarne la concentrazione media, specialmente nelle abitazioni dove non sono state applicate opportune misure preventive. Tuttavia, anche le abitazioni che sono state progettate con soluzioni atte a prevenire il problema del radon possono essere caratterizzate comunque da valori alti di concentrazione dovuti a vari fattori, tra cui la modalità di costruzione.

Per effettuare una misurazione si possono utilizzare diversi strumenti tra cui il dosimetro passivo. Questo strumento viene posizionato nei locali interessati per un lasso di tempo abbastanza prolungato, solitamente 4 mesi, per venire poi analizzato in laboratorio. I locali più interessanti da analizzare sono quelli dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo: camere da letto, salotto e cucina. Sono da tralasciare le stanze nei piani superiori al piano terra, perchè la concentrazione di gas radon sarà sicuramente molto più bassa.


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Normativa sulla concentrazione di gas radon


A livello normativo in Italia, fino a non molto tempo fa, non erano stati stabiliti dei valori massimi di radioattività consentiti negli ambienti indoor, dunque si prendeva come riferimento quanto stabilito in sede Europea. Da fine 2020 l’Italia ha recepito la direttiva Europea 2013/59/Euratom, tramite il Decreto Legislativo n.101/2020 che fissa nuovi livelli di riferimento, in termini di concentrazione media annua di Radon in aria, ovvero 300 Bq/m3 per le abitazioni esistenti ed i luoghi di lavoro, ridotti a 200 Bq/m3 per le abitazioni che saranno costruite dopo il 31/12/2024.

Il decreto 101/2020 è rivoluzionario anche perché obbliga alla mappatura delle aree a rischio e la verifica delle concentrazioni media annue di radon nei luoghi di lavoro ma anche negli edifici ad uso residenziale, qualora i locali siano sotterranei, semi-sotterranei o situati al pianterreno.

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La mappa tratta dall’istituto superiore di sanità rappresenta
dei valori medi regionali di concentrazioni del gas radon
che forniscono solo informazioni statistiche.

La concentrazione di radon in un’abitazione specifica
è da monitorare con gli appositi dispositivi perchè
la presenza del gas dipende dal terreno, dalla forma,
dai materiali con cui è costruita l’abitazione e da come
è stata eseguita la posa dei vari materiali edili.


Come eliminare il gas radon


Fortunatamente esistono molti sistemi sviluppati nel mondo per evitare concentrazioni pericolose di gas radon dentro negli ambienti domestici o di lavoro. Tali sistemi risolvono contemporaneamente sia il problema del gas radon sia quello dell’umidità del pavimento.


Guaine anti-Radon

Un metodo è l’applicazione di guaine apposite sopra le strutture orizzontali che creano una barriera alla risalita dell’umidità e dell’aria. Questo tipo di soluzione è però poco utilizzata e presenta alcuni svantaggi: innanzitutto le guaine debbono essere posate a regola d’arte e non devono danneggiarsi lungo la vita dell’edificio. Se vi sono delle fessure, infatti, acqua ed aria possono entrarvi rendendo inutile la barriera. In secondo luogo, queste membrane tendono a fermare il gas radon creando delle altissime concentrazioni subito al di sotto della barriera: il gas non viene quindi eliminato, ma è pronto ad infiltrarsi alla prima fessurazione della membrana.

Nel caso in cui un immobile protetto da guaine anti radon dovesse superare la concentrazione di radon consentita, l’intervento di risanamento potrebbe essere molto impattante sia progettualmente che economicamente.


Pannelli in vetro cellulare

I pannelli in vetro cellulare se posati a regola d’arte – ovvero a tenuta stagna – sono anch’essi una soluzione alla risalita del gas radon. Anche per i pannelli in vetro cellulare valgono le considerazioni sulla tenuta e sugli interventi già accennati per le guaine. In più però, rispetto alle guaine, il vetro cellulare isola termicamente.


Vespai areati

Un metodo estremamente efficace sono i vespai areati in polipropilene, presenti sul mercato dagli anni ’90, come il Sistema Cupolex. Il sistema prevede l’utilizzo di casseri dalla forma a cupola che permettono la formazione della struttura del pavimento con un’intercapedine vuota sottostante, che viene poi ventilata.

Mediante la ventilazione naturale del sottopavimento, si possono asportare dalla nostra abitazione le quantità di umidità e gas radon che salgono per capillarità. Il vantaggio principale di questa soluzione è che il gas radon, una volta intercettato dal volume di aria sotto il pavimento, viene disperso all’esterno prima di entrare nei locali a contatto con il terreno. La ventilazione naturale di tale volume d’aria è molto importante e molto spesso risolve il problema della presenza di radon negli edifici.

Rispetto alle soluzioni precedenti però, avere un’intercapedine sotto al pavimento consente di poter intervenire facilmente con delle operazioni di rimedio nel caso in cui a fine lavori sia riscontrata una concentrazione di radon superiore ai valori consentiti, per esempio installando una ventilazione meccanica.



Come si può fare una efficace ventilazione del vespaio?


La ventilazione del vespaio viene spesso poco considerata anche dagli addetti ai lavori. Viene eseguita formando dei fori che collegano il vespaio all’esterno, predisponendo dei tubi in fase di getto della struttura. È importante soffermarsi invece su alcune regole che ci permettono di avere una ventilazione corretta.

  • Sfruttare l’effetto camino
  • Posizionando le prese d’aria in ingresso a Nord e sul tetto a Sud, si innesca un moto di aria naturale dovuto alla differenza di temperatura.
  • Sfruttare la pressione/depressione del vento

Posizionando le prese d’aria lungo la direttrice del vento dominante si possono utilizzare la pressione del vento in facciata e la depressione dovuta al vento sul lato opposto (soprattutto in zone ventose, fuori da centri urbani dove sono più frequenti schermature ai venti)

Questi due fattori sono i più importanti per ottenere una buona ventilazione, tuttavia si possono identificare alcune pratiche del buon costruire che non devono essere dimenticate.

  • Tutti gli ambienti perimetrati da travi devono essere collegati opportunamente agli ambienti adiacenti (in pianta) e quindi all’esterno. Non devono essere presenti “locali” isolati dagli altri;
  • Si consiglia di posizionare, se possibile, i tubi di ventilazione ogni 2-3 m;
  • Si consiglia di utilizzare tubi di aerazione aventi diametro 10 cm o superiore;
  • Si consiglia di ventilare i quattro lati dell’edificio, se possibile, oppure almeno due lati opposti;
  • Più alto è il vespaio e migliore sarà la ventilazione, minore sarà l’umidità relativa e la concentrazione di gas radon.

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